La stagione si trasforma ancora, con gli alberi sempre più spogli, con le temperature che cominciano a preparare la strada all’inverno, quasi come se esistesse una stagione intermedia tra ogni stagione, che fa da ponte e che collega le varie fasi. E nella coda dell’autunno si fa spazio il tempo del Sagittario, rappresentato come un centauro, un tempo, poi come un arciere, e infine solo con la freccia pronta a scoccare dall’arco.
Ed è anche questo il richiamo che questo periodo dell’anno fa alla nostra coscienza. Elevare lo sguardo, prendere la mira per vette e idee più elevate, e poi scoccare il pensiero di fuoco. È interessante pensare anche che questa fase si sovrapponga quasi con precisione al periodo dell’Avvento, dove il cuore si prepara all’avvicinarsi del Natale, con sempre più candele, come simbolo, che scandiscono il passare delle settimane, fino a poter accogliere nel cuore la nuova luce del Cristo che nasce, e credo che questo sia un simbolo molto ampio, senza che sia collegato solo all’aspetto religioso.
La luce aumenta, illumina la direzione, e la freccia precisa del pensiero ritorna anche indietro, sotto forma di nuove intuizioni e comprensioni.
Il lavoro che ci chiede la vita è quello di unire gli opposti, ampliare la coscienza e orientarci a ciò che, per ciascuno di noi, ha valore. Qual è il senso più profondo della mia vita? Cosa c’è dietro alle azioni che io compio? Come posso riempire di significato più profondo le mie azioni? Questo è un tema che ultimamente sento molto attivo dentro di me: mi è capitato di sentire della reattività in situazioni che mi sono apparse ipocrite, dove la forma è lontana dalla sostanza. Ho fatto (e sto facendo) l’esercizio di spostare il tema dentro di me: se questi due poli mi sembrano distanti, come posso io colmare questa distanza? Come posso fare perché le forme siano ricche di senso e di valore, senza essere dei vuoti simulacri? Come posso spingermi più lontano nella mia capacità di comprendere e di contenere l’altro? E la lontananza può essere intesa sia in senso fisico, che filosofico o culturale.
Ci sono aspetti della mia vita che si sono svuotati di significato e quindi magari non sono più necessari?
E come posso vivere una dimensione di più ampia connessione con il Tutto? Questo processo, allineato con ciò che questo mese va chiedendo, stimola i due emisferi cerebrali a funzionare in modo più coordinato, comunicando meglio tra il lato destro e sinistro, e rendendoci più collegati con ciò che è lo spazio di Significato, qualunque esso sia.
E così facendo comincio la mia preparazione di avvicinamento al Natale (che per altro è quasi coincidente
col momento del solstizio d’inverno, dove il tempo di buio, nell’emisfero in cui viviamo, raggiunge il suo picco massimo rispetto alle ore di luce, per poi cominciare il cammino di inversione, dove la luce ricomincia a crescere).
Questo lavoro interiore mi permette di arrivare a questo punto di passaggio con un cuore più pronto a ospitare la nuova luce, che poi mi accompagnerà per tutto l’anno che verrà.