Quello di cui ci nutriamo è su vari piani e su vari livelli, e sono moltissime le cose che incidono sulla nostra salute. Non c’è solo il cibo, importantissimo nutrimento del corpo, ma anche l’aria che respiriamo, e a livello ancora più sottile troviamo i pensieri e le immagini che lasciamo entrare. Di questo tipo di nutrimento possono esserci i libri: tantissime storie, tantissime immagini. Alcuni più tecnici, che stimolano la mente, altri fanno volare l’immaginazione con tantissime storie. Ci sono alcuni libri che, secondo me, sono un po’ una carezza sul cuore: raccontano sì una storia, ma di quelle che si appoggiano nello spazio della coscienza, e da lì ci aiutano a crescere e a fare dei passaggi, maturando. Un autore che per eccellenza, secondo me, scrive in questo modo è Eric-Emmanuel Schmitt, di cui ho apprezzato tantissimi libri e racconti. Volevo parlarti qui di uno in particolare, intitolato “La notte di fuoco”. E’ il racconto autobiografico di un’esperienza vissuta dall’autore parecchi anni prima, nel contesto di una spedizione nel deserto, sulle tracce filosofiche di Foucault, visto come un saggio. Il deserto trasforma, e questo viene raccontato da tutte le persone che ne hanno fatto esperienza: è uno di quei viaggi che ti può far incontrare un aspetto sconosciuto, legato al concetto di infinito e di trascendente. Ed è questo il focus di questa novella, che può diventare un simbolo di un inizio di cammino spirituale. Se ci pensiamo, sicuramente notiamo dei piccoli eventi nella nostra vita, apparentemente banali o insignificanti, che raccontano dei tentativi che fa la nostra anima per avvicinarsi alla nostra vita. Magari in momenti di grosse crisi, o di profonde gioie, o in fasi di passaggio, o di cambio di paradigma, o di apertura. Eric-Emmanuel ci racconta il suo, in una notte fredda nel deserto, in cui aveva perso il resto del gruppo e probabilmente anche sé stesso, e dove era stato molto vicino al confine che separa la vita dalla morte: è lì che per lui avviene il contatto, impensato, insperato, che porta a vivere un evento potenzialmente drammatico con una nota di profondissima gioia e di connessione con il tutto. E la riflessione mi porta a chiedermi “come posso, nella mia quotidianità, rendere più presenti questi momenti di profonda gioia e di contatto?”…E tu, ci fai caso quando succede? Come si manifesta nella tua vita?